La Prima “Carbon Footprint” in Oltrepo Pavese l’Azienda Brega Luciano è impegnata in un controllo della proria impronta verso l’effetto serra
Da molti anni si parla di cambiamento climatico globale come una delle sfide più coinvolgenti e complesse che l’uomo debba affrontare. Le variazioni del sistema climatico terrestre, secondo molti studiosi, sembrerebbero collegate ad un aumento della concentrazione di gas ad effetto serra (GHG) in atmosfera.
Per queste ragioni è necessario essere consapevoli dei propri consumi e delle proprie emissioni analizzando i cicli produttivi, al fine di gestire efficienza, redditività ed impatto ambientale con le possibili conseguenze nei confronti dell’effetto serra.
Monitorare il livello delle proprie emissioni è criterio di responsabilità, capacità imprenditoriale e sensibilità etica.
La risposta dell’azienda Luciano Brega alla problematica si è concretizzata in questo impegno per giungere alla programmazione di un processo più virtuoso all’interno della propria struttura e delle superfici in gestione.
La World Commission on Environment and Development, nel 1987, ha espresso questo concetto: “L’umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro”. È indispensabile garantire uno sviluppo economico compatibile con l’equità sociale, in regime di equilibrio ambientale ed in modo da rispettare la sostenibilità economica dell’impresa.
Per partire da dati concreti abbiamo utilizzato un “Calcolatore del Carbonio” che permette di stimare la quantità di gas a effetto serra prodotta durante il nostro processo di produzione.
Il modello, frutto di un coordinamento tra il Dipartimento di Produzioni Vegetali della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e lo studio agronomico Sata, e definito Ita.Ca®, è stato concordato in un progetto comune con il “Wine Institute of California”, la “New Zealand Winegrowers”, la ”Integrated Production of Wine South Africa” e la “Winemakers’ Federation of Australia”, sulla base dell’ International Wine Carbon Calculator (IWCC), un metodo ufficiale condiviso tra più nazioni, libero e riconosciuto a livello mondiale dalla FIVS, “Federation Internationale des Vins et spiritueux”.
La valutazione dei dati condotta per l’anno 2010, ci consente di stabilire un programma di intervento, basato soprattutto sulla conservazione della sostanza organica al suolo e sul contenimento dei fertilizzanti di sintesi attraverso tecniche di “Precision Farming” guidate da satellite, che ci porterà, nei prossimi tre anni, a ridurre del 20% il peso della nostra impronta su ogni bottiglia prodotta.
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